Kicolo, il quartiere dove abito, ha 400.000 abitanti. Persone arrivate da ogni dove durante la guerra civile che per trent’anni ha insanguinato l’Angola e tanti, tantissimi giovani e bambini, nati e cresciuti qui in mezzo alle baracche e alla polvere. Anche qui si sente l’onda dello sviluppo che da 8 anni (da quando è finita la guerra) attraversa l’Angola, ma rimangono gravi problemi: dalla mancanza di acqua ed elettricità, alla scarsità di scuole e strutture sanitarie, al degrado di strade e abitazioni. La mancanza di scuole e la disoccupazione spingono molti dei nostri giovani sul cammino dell’alcoolismo e della violenza. Dopo le 19, ma a volte anche prima, le strade dei nostri quartieri non sono più sicure.
Per vivere in mezzo alle case la Chiesa si fa Parrocchia. Da poco più di dieci anni P. Luigino e P. Renzo han cominciato a vivere qui organizzando la nuova comunità… che è cresciuta con diversi centri secondari, scuole, attività sociali. Sono arrivati nuovi missionari, io, Padre Ceferino, P. Mario.
Lo scorso anno il vescovo ha staccato da Kicolo una nuova parrocchia e all’inizio di quest’anno ne ha creato un’altra: la Quasi Parrocchia di Santa Isabel. “Quasi” perché non c’era quasi niente. Un piccolo terreno occupato a metà dalla scuola e quattro centri secondari senza nessuna struttura che non fosse una tettoia.
E cosí sono diventato “Quasi-Parroco”. Alla mia gente il “Quasi” non va proprio giù, perché san bene che l’essere Chiesa non dipende dalle strutture o dai soldi. A me invece il “Quasi”, quasi piace, perché ricorda la provvisorietà di ogni realizzazione e ci fa sentire sempre in cammino. Cosí come non mi sono dispiaciuti i mesi passati sotto le tende, come Israele nel deserto, mentre, distrutta la vecchia Chiesa di bastoni e lamiere, si costruiva la nuova Chiesa “Quasi-Parrocchiale”. L’abbiamo iniziata in marzo, non sapendo dove saremmo riusciti ad arrivare. Pensavamo di riuscire solo a mettere pilastri e tetto. Invece stiamo già innalzando anche i muri e dal 15 di Agosto abbiamo cominciato ad usarla per le nostre celebrazioni. Abbiamo anche dato inizio alle fondazioni della nuova casa “quasi-Parrocchiale”. Ci ha aiutato la provvidenza, ma anche la generosità e l’impegno di tutti i nostri cristiani, che per tre volte già han consegnato la loro “busta” per le opere parrocchiali.
La gente ha partecipato anche con il proprio lavoro manuale ed ha seguito i lavori come se si trattasse della propria casa, ma soprattutto si è lasciata coinvolgere nella costruzione pastorale e spirituale della nuova comunità parrocchiale. Dal gruppo vocazionale, dove ragazzi e ragazze riflettono sulla loro vocazione e si preparano a servire il Signore nella vita sacerdotale e religiosa, ai vari gruppi giovanili, che si sono impegnati recentemente in alcune giornate di evangelizzazione tra altri giovani nelle strade del quartiere, alla Promaica, organizzazione di tutte le mamme, che insieme alla crescita spirituale promuove la promozione della donna nella famiglia e nella società, ai catechisti, alle coppie sposate e non, alla Caritas … è tutto un darsi da fare per far crescere la nuova comunità.
Anche lontano dal centro la Comunità cresce. Alle quattro comunità già esistenti (dove si vivono le liturgie domenicali, si fa catechesi e si organizza la carità verso i più poveri e sofferenti) se n’è aggiunta recentemente un’altra e, non senza grandi sacrifici, abbiamo comprato il terreno per una comunità in riva al mare. Forse un giorno sarà parrocchia pure quella.
Un grazie sincero a tutti coloro che ci hanno sostenuto con la preghiera e l’aiuto. Siamo lontani dall’essere una parrocchia perfetta. Ma “quasi” ci arriviamo!
P. Angelo Besenzoni sma