segunda-feira, 21 de março de 2011

Quasi parrocchia con quasi niente (Testo in Italiano)


Kicolo, il quartiere dove abito, ha 400.000 abitanti. Persone arrivate da ogni dove durante la guerra civile che per trent’anni ha insanguinato l’Angola e tanti, tantissimi giovani e bambini, nati e cresciuti qui in mezzo alle baracche e alla polvere. Anche qui si sente l’onda dello sviluppo che da 8 anni (da quando è finita la guerra) attraversa l’Angola, ma rimangono gravi problemi: dalla mancanza di acqua ed elettricità, alla scarsità di scuole e strutture sanitarie, al degrado di strade e abitazioni. La mancanza di scuole e la disoccupazione spingono molti dei nostri giovani sul cammino dell’alcoolismo e della violenza. Dopo le 19, ma a volte anche prima, le strade dei nostri quartieri non sono più sicure.

Per vivere in mezzo alle case la Chiesa si fa Parrocchia. Da poco più di dieci anni P. Luigino e P. Renzo han cominciato a vivere qui organizzando la nuova comunità… che è cresciuta con diversi centri secondari, scuole, attività sociali. Sono arrivati nuovi missionari, io, Padre Ceferino, P. Mario.
Lo scorso anno il vescovo ha staccato da Kicolo una nuova parrocchia e all’inizio di quest’anno ne ha creato un’altra: la Quasi Parrocchia di Santa Isabel. “Quasi” perché non c’era quasi niente. Un piccolo terreno occupato a metà dalla scuola e quattro centri secondari senza nessuna struttura che non fosse una tettoia.

E cosí sono diventato “Quasi-Parroco”. Alla mia gente il “Quasi” non va proprio giù, perché san bene che l’essere Chiesa non dipende dalle strutture o dai soldi.  A me invece il “Quasi”, quasi piace, perché ricorda la provvisorietà di ogni realizzazione e ci fa sentire sempre in cammino. Cosí come non mi sono dispiaciuti i mesi passati sotto le tende, come Israele nel deserto, mentre, distrutta la vecchia Chiesa di bastoni e lamiere, si costruiva la nuova Chiesa “Quasi-Parrocchiale”.  L’abbiamo iniziata in marzo, non sapendo dove saremmo riusciti ad arrivare. Pensavamo di riuscire solo a mettere pilastri e tetto. Invece stiamo già innalzando anche i muri e dal 15 di Agosto abbiamo cominciato ad usarla per le nostre celebrazioni. Abbiamo anche dato inizio alle fondazioni della nuova casa “quasi-Parrocchiale”. Ci ha aiutato la provvidenza, ma anche la generosità e l’impegno di tutti i nostri cristiani, che per tre volte già han consegnato la loro “busta” per le opere parrocchiali.

La gente ha partecipato anche con il proprio lavoro manuale ed ha seguito i lavori come se si trattasse della propria casa, ma soprattutto si è lasciata coinvolgere nella costruzione pastorale e spirituale della nuova comunità parrocchiale. Dal gruppo vocazionale, dove ragazzi e ragazze riflettono sulla loro vocazione e si preparano a servire il Signore nella vita sacerdotale e religiosa, ai vari gruppi giovanili, che si sono impegnati recentemente in alcune giornate di evangelizzazione tra altri giovani nelle strade del quartiere, alla Promaica, organizzazione di tutte le mamme, che insieme alla crescita spirituale promuove la promozione della donna nella famiglia e nella società, ai catechisti, alle coppie sposate e non, alla Caritas … è tutto un darsi da fare per far crescere la nuova comunità.

Anche lontano dal centro la Comunità cresce. Alle quattro comunità già esistenti (dove si vivono le liturgie domenicali, si fa catechesi e si organizza la carità verso i più poveri e sofferenti) se n’è aggiunta recentemente un’altra e, non senza grandi sacrifici, abbiamo comprato il terreno per una comunità in riva al mare. Forse un giorno sarà parrocchia pure quella.
Un grazie sincero a tutti coloro che ci hanno sostenuto con la preghiera e l’aiuto. Siamo lontani dall’essere una parrocchia perfetta. Ma “quasi” ci arriviamo!

P. Angelo Besenzoni sma

Camino d’incontro e speranza (testo in Italiano)

Praticamente da tre anni mi trovo in Angola e sto vivendo un tempo molto bello della mia vita missionaria insieme ai miei confratelli. Qui a Kicolo, la vita è molto movimentata, un miscuglio di aggressività e tenerezza, di gridi e silenzi, di sofferenze e celebrazione. Nella strada si confondono i diversi odori della spazzatura disseminata un po’ da per tutto. La presenza di tanti bambini in ogni luogo, ci fa vedere il futuro con speranza e anche con preoccupazione. L’Angola continua a essere un paese dove l’indice di mortalità infantile è fra i più elevati del mondo. La gente continua a vivere un difficile processo di ricostruzione dopo tanti di guerra.

In questo tempo sento che il mio sguardo é stato rinnovato dal Signore, purificato, trasformato nel confronto con la gente. Che cosa è successo? Penso che l’amicizia con la gente mi abbia fatto capire molte cose: posso sentire un po’ di più quello che l’altro sente, anche se la mia realtà è certamente diversa. Tocco con mano le loro sofferenze e le loro speranze. Le tante storie condivise con la gente, hanno ammorbidito il mio cuore, ma nello stesso tempo lo hanno fortificato. La gente mi aiuta a scoprire il volto misericordioso di Dio.

Insieme a padre Angelo abbiamo cominciato una piccola scuola professionale. Per il momento molto discreta. Le abbiamo dato il nome di “Nazareth”. Abbiamo iniziato con un corso di “capo fabbroferraio”. Venti ragazzi si stano formando, e c’è anche una ragazza, Laura. Cerchiamo di offrire ai giovani uno spazio dove possano imparare una professione che servirà loro per il futuro. Uno spazio dove possano creare, sentirsi utili, occupare il loro tempo, imparare a lavorare e condividere con gli altri. All’inizio è stato difficile trovare un professore capace di dare un insegnamento teorico e non solo pratico. E cosi Dio ci ha inviato Tony, un giovane ragazzo che lavora già in un altro centro e che  è stato formato come professore per questo. I ragazzi imparano a fare delle porte, finestre, tavole e altre cose in metallo. Il corso dura sei messi e dopo cominceremo con un altro gruppo. Cercheremo anche con il tempo di offrire altri corsi secondo le possibilità. Il quartiere dove questo progetto si svolge si chiama “Buona Speranza” in una delle nostre cappelle. È un grande quartiere dove non ci sono altre possibilità di scuole per i giovani e dove la delinquenza è all’ordine del giorno. Il centro “Nazareth” vuole essere anche un piccolo spazio che serva come motivazione per altri giovanni. Uno spazio da dove la comunità cristiana testimonia la sua scelta per la difesa e promozione della vita. Questo inizio è stato possibile grazie alla generosità di tanta gente che ci ha aiutato economicamente e spiritualmente. Vi ringraziamo con tutto il nostro cuore.

È questo è un po’ della missione che vivo in Angola. Che insieme viviamo con i padri SMA e la nostra gente. “Vivendo, imparando, condividendo, lasciandoci trasformare dal profondo del cuore”. La scelta missionaria ci aiuta a essere sempre in questa continua trasfigurazione. Lo sguardo con il tempo si trasforma. Chiedo soltanto a Dio che ci aiuti sempre a vedere come Lui vede.
Nella gioia di sentirvi fratelli e sorelle prego per voi e insieme con voi. Fraternamente.

P. Ceferino Miguel Cainelli sma.

Camino de Encuentro e Esperanza (Texto en Español)

Queridos amigos,
Hace ya un tiempo que no les escribo compartiendo algunas noticias. Prácticamente hace tres años que me encuentro como misionero en Angola. Estoy viviendo un tiempo muy bello de mi vida misionera junto a mis hermanos de comunidad y la gente con la cual comparto. Aquí en Kicolo la vida es muy animada, una mezcla de agresividad y ternura, de gritos y silencios, de sufrimientos y celebración. En la calle se confunden los diversos olores de la basura dispersa por todas partes. La presencia de miles de niños en todas partes, hacen ver el futuro con esperanza y con preocupación. Angola continúa a ser uno de los países con el índice de mortalidad infantil más elevado del mundo. La gente continúa a vivir un difícil proceso de reconstrucción después de tantos años de guerra.

En este momento del camino siento que mi mirada ha sido renovada por Dios, purificada, transformada, en el encuentro cotidiano con la gente. Que ha sucedido? Pienso que la amistad con las personas me haya hecho comprender muchas cosas: puedo sentir un poco más lo que la gente siente, si bien mi realidad es diferente. Puedo tocar con mis manos y mi corazón el sufrimiento y las esperanzas de este pueblo. Las tantas historias compartidas con la gente han ablandado mi corazón, al mismo tiempo que lo han fortalecido. Esta gente me ayuda a descubrir el rostro misericordioso de Dios y como Él trata con mano providente cada uno de sus hijos e hijas.

Junto al padre Angelo hemos comenzado un pequeño centro profesional. Por el momento muy discreta, sin muchos medios. Le hemos dado el nombre de Nazaret. Hemos comenzado un curso de herrería. Veinte jóvenes se están formando, inclusive una joven, Laura. Jóvenes con un mirar lleno de esperanza. Procuramos ofrecerles un espacio en donde puedan aprender una profesión que sirva para su futuro, en donde puedan sentirse útiles, ocupar su tiempo, aprender el valor del trabajo y compartir junto a otros. El comienzo tuvo sus dificultades. No encontrábamos un profesor que pueda enseñar no solo la parte práctica sino también teórica. Tomar medidas, calcular un ángulo, etc. Y el Buen Dios nos envió Tony, un joven que trabaja en otro centro profesional y que fue formado para esto. Los jóvenes aprenden a construir puertas, ventanas, mesas y tantas otras cosas en metal. El curso dura seis meses y reciben una formación humana integral. Procuraremos con el tiempo ofrecer otros cursos. El semestre próximo si Dios quiere iniciaremos con un curso de electricidad civil. El barrio en donde está el centro se llama “Boa Esperança” en donde se encuentra una de las capillitas de la parroquia Santa Isabel. Es un barrio en donde la violencia juvenil es uno de los grandes problemas y en donde no hay muchas posibilidades de formación para los pibes. El centro Nazaret quiere ser un pequeño espacio que sirva como motivación para otros jóvenes. También un espacio en donde la comunidad cristiana testimonia de su opción por la defensa y promoción de la vida.

Sigo comprometido en la pastoral juvenil. La respuesta de los pibes es generosa, van construyendo sus historias en medio a tantas adversidades que la sociedad angolana hoy presenta. Ellos dan testimonio de fortaleza y entusiasmo.

Bueno es un poco de la misión que hoy vivo en Angola. Que junto a mis hermanos sma vivimos en esta tierra bendecida de Angola. “Viviendo, aprendiendo, compartiendo, dejándose transformar desde lo profundo del corazón”. El camino de la misión me ayuda a estar siempre en esta continua transfiguración. El mirar con el tiempo se transforma. La gente nos transforma. Pido solamente a Dios que me ayude a ver con la mirada con la cual Él nos ve cada día.
En la alegría de sentirlos hermanos y hermanas, rezo por ustedes y junto a ustedes.
Fraternamente.
P. Ceferino Miguel Cainelli sma.

domingo, 20 de março de 2011

Mi vine da piangere ( Testo in italiano )

Cari Amici;
“A Deus jamais alguém o viu. O Filho Unigénito, foi ele quem o deu a conhecer” Jo.1,18
Penso chetutti capiscano; “Dio nessuno l’ha mai visto...”.  Gesú é Dio che si fa conoscere. Sono sempre piú convinto che la nostra vita senza Gesú vale proprio poco. Come siamo fortunati di aver conservato la fede, in mezzo ad una societá che si aggrappa e si stordisce con cose che non hanno nemmeno la consistenza del fumo.
Anche noi missionari scopriamo Gesú nelle baracche dei bairros, che sono ancora la maggioranza,  in questa vasta periferia di Kikolo. Sono i catechisti che li scovano, ci portano in abitazioni di miseria, dove i “gesú” vivono nascosti. Dopo piú di 30anni in Africa, non mi sono ancora abituato a certe situazioni; mi viene il “ magone”, come si dice, mi viene da piangere, che esseri umani vivano cosí. E penso egoisticamente, se fossero i miei vecchi ? se mi trovassi io in queste condizioni? Quelli sono Gesú; ce lo dice Lui, in Matteo  cap.25.

Qui sono ormai 8 anni di pace, peró c’e da chiedersi se a livello amministrativo ci sia un piano intelligente e armónico di sviluppo per tutti, non solo per un piccolo gruppo di prepotenti che detiene  il potere.
La nostra Caritas parrocchiale funziona praticamente con roba offerta generosamente dalla nostra gente. Ad es. A fine novembre abbiamo mandato 2 camion di aiuti (riso, zucchero, pasta, sale, farina, olio...) alla comunitá di Kikabo, a 130 km da qui, che ha perso due raccolti,  per la siccitá. É vero che dall’Italia abbiamo ricevuto alcune centinaia di stampelle, per feriti da mine o spari, e 90 sedie a rotelle e tricicli per poliomielitici, ma il resto viene dalla generositá dei poveri. Per Natale molte vedove, anziani, orfani, malati, hanno ricevuto un bel pacco viveri.
C’é chi critica la caritá: prima ci vuole la giustizia. É vero, ma nemmeno Gesú ha aspettato la giustizia del governo di Pilato; si é dato da fare.

Un bel punto positivo: siamo riusciti, dopo anni, a far riconoscere dal Ministero dell’Istruzione (per cui ora saranno pagati dal governo) un bel numero di professori formati dalle nostre scuole, anche col vostro aiuto (progetto Adotta un maestro, che ora é chiuso). Questo vuol dire che chiederemo meno partecipazione mensile in denaro alle famiglie degli alunni. La collaborazione con i genitori é ottima; abbiamo una riunione generale ogni 2 mesi: e partecipano. La collaborazione famiglia-scuola é vincente.

L’unico neo é che all’inizio dell’anno scolastico, in febbraio, abbiamo dovuto rifiutare tanti nuovi alunni, dalla  inicição alla 9ª, perché siamo oltre il limite di capienza; ci sono sezioni con 60 alunni per professore!  Il dilemma é semplice: sovraccaricare le classi o lasciare alunni per la strada? La lotta all’analfabetismo e la formazione dei giovani dá speranza a questo Paese e alla comunitá cristiana.
Finalmente ho piazzato le due campane, arrivate da Santhiá; é una gioia sentire la loro voce in mezzo a tutto questo rumore; é la voce che chiama alla lode del Signore.

Col generoso aiuto che ho ricevuto da Don G.Paolo e da altre buone volontá ho fatto due depositi di acqua (che qui dobbiamo comprare, e cara!) per due comunitá con la loro scuola e chiesa; uno a São Mateus, A. Ngangula; l’altro a S. Maria Mãe de Deus, Kawelele. Sono di 35.000 litri ciascuno; per riempirli mi costa 350-400$ americani ciascuno ( e ne occorrono due pieni, a volte tre, ogni mese, con autobotti che vanno ad attingere a 30 km).L’acqua per bere, lavarsi dopo la ginnastica, pulire le aule, i servizi igienici...e qui fa caldo sul serio (immaginate che solo nella scuola João Paulo 2º qui nel nostro cortile, fino a novembre 2010 avevamo tre mila 450 alunni! E quest’anno pure...)

Ho comperato libri di matematica per tre classi: finora avevano solo un quaderno. Mi sembra una materia fondamentale per il loro futuro.

A partire da Pasqua avremo  circa 550 battesimi e circa 460 1e Comunioni: sono ragazzi, giovani e adulti che hanno fatto quattro anni di catechesi e di cammino per scoprire Gesú Cristo. Il grande problema é di riuscire a seguire poi tutti questi nuovi fedeli  per ora ben disposti , ma ancora acerbi: stiamo ancora “lottando” per quelli dell’anno scorso. Soli non staranno spiritualmente in piedi; credo nella forza dello Spirito Santo, ma hanno anche bisogno, come ognuno di noi, di una Comunitá viva. Devono assolutamente entrare in gruppi apostólici, come “amizade e simpatia”, “grupo harmonia”, “Kizito-Anuarite”,”movimento eucarístico juvenil”,”vocacionados”, “Iam-Liga Missionária”, “grupo bíblico”, “grupo litúrgico”,”caritas”, “scouts”, “gruppi corali”, “Legione di Maria” etc... Ma poi questi gruppi esigono animazione, formazione!  Siamo alle solite: gli operai sono pochi ( anche se c’e un bel numero di laici piú generosi che noi preti).

Chiedo scusa di non scrivere di piú; la sera sono cosí stanco...e fa tanto caldo umido; e poi non ho Internet, E mail e tutte quelle cose li. Cercheró –proposito di quaresima- di farmi vivo un po’ di piú.
Uniti nella preghiera, perché la nostra vita cristiana sia piú coraggiosa, sia lode al Signore e dia voglia ad altri di scoprire la grandezza dell’amore del Signore, e la pace che dá al cuore.
Ricordiamo anche i nostri confratelli sma che vivono in paesi a rischio come Egitto, Marocco e Costa d’Avorio.

Vostro  P. Renzo Adorni , sma

History of SMA in Angola (English text)

The project was born in 1997, when the Italian Extraordinary Provincial Council decided to open a new presence in Angola. The choice was made after an inquiry over the African countries poorest in clergy. Angola was one of the countries with the lowest rate of clergy in relation to population.

Even though the Gospel arrived to Angola 500 years ago, it touched only the capital city, the Portuguese and a few “assimilated” people, leaving aside the great majority of the local population. Only in the first half of the last century was a serious effort of evangelization started in the countryside.

When we took our decision Angola seemed coming out of a long civil war and needing help for human, Christian and social reconstruction; unfortunately the civil war restarted a few months after our arrival, and finished, hopefully for good this time, in 2002.

The first SMA assignment was in the diocese of Saurimo (north east of the country), which had very few priests. When the war resumed it became almost impossible for our confreres to continue the work in that diocese. It looked important to open a presence in the capital city, to support confreres in the countryside.
We opened a new parish in the surroundings of Luanda, in an area mainly made up of slums, where were living more than 300.000 people coming here from the country’s four corners in order to flee the ravages of war.

Two confreres remained in the newly created diocese of Dundo. A new (old) French confrere joined, but the Italian confreres were withdrawn at different steps.
The Archdiocese of Luanda also was divided and we fond ourselves in the new Diocese of Caxito.

Histoire de la SMA en Angola (Texte en français)

Le projet est né en 1997, quand le Conseil Extraordinaire de la Province d’Italie a décidée d'ouvrir une nouvelle présence en Afrique. Le choix de l’Angola a été fait après une enquête sur les pays africains les plus pauvres en clergé locale. L'Angola était un des pays avec le taux le plus bas de clergé par rapport à la population.

Même si l'Évangile est arrivé en Angola il y a 500 ans, il a touché seulement la capitale et la côte, les Portugais et quelques personnes "assimilées" ; la grande majorité de la population n’ayant bénéficié de l’Annonce explicite de la Bonne Nouvelle. Seulement dans la deuxième moitié du 19º siècle eût lieu un effort sérieux d'évangélisation, spécialement dans les zones rurales.

Quand nous avons pris notre décision pour l’Angola, le pays vivait une paix fragile après une longue guerre civile. Le besoin d’aide l'humanitaire pour la reconstruction do point de vue sociale et chrétien était urgente. Malheureusement la guerre civile a recommencée quelques mois après notre arrivée et a trouvé sa fin en 2002.

Le premier engagement SMA fut dans le diocèse de Saurimo (dans le nord-est du pays), une région qui avait très peu de prêtres. Quand la guerre a repris, il est devenu impossible réaliser notre projet original dans ce diocèse. Il nous a semblé important d'ouvrir une présence dans la capitale Luanda,  afin de soutenir des confrères travaillant dans le nord-est.

C’est ainsi que nous avons ouvert une nouvelle paroisse dans la banlieue de Luanda, dans une région des bidonvilles, où vivent plus de 300.000 personnes venant des quatre coins du pays pour fuir les ravages de la guerre.
Deux confrères sont restés dans le diocèse nouvellement créé de Dundo, né de la division de Saurimo. Les deux autres confrères italiens se sont fixés à Kicolo, Luanda. Ensuite un confrère belge de la province de Lyon, venant du Congo est arrivée dans le diocèse de Dundo, dans la mission de Cafunfu.

En 2007 l’archidiocèse de Luanda a été divisé en trois diocèses; ainsi nous sommes maintenant dans le diocèse de Caxito.